Читать интересную книгу Итальянский с улыбкой. Мандрагора / La Mandragola - Никколо Макиавелли

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– Луиджи глухой или немой?

– Он глухонемой.

– Ах! Мне очень жаль!

– Где ты пропал? Я тебя нигде не мог найти (досл. не нахожу)!

– У меня грустные новости.

– Правда? Убери руки от лица, расскажи мне все.

– Ты когда-нибудь видел Верруколу?

– Не, я даже не знаю, что это.

– Неуч! Это замок, который я недавно посетил!

– Ну и что там хорошего?

– Не перебивай меня! Справа там озеро, слева горы! Вид изумительный!

– Пригласим моего друга Марио помочь нам?

– В этом нет надобности, спасибо.

– Оставь церемонии!

– Но это значит, нам нужно выходить из дома и идти встречать его…

– Давай, оно того стоит (досл. это не будет потерянным временем).

– Оставь меня в покое! Что я тебе сделал?

– На завтрашний праздник я надену накладной нос, прикрою глаз, закушу губу и притворюсь нищим.

– Тогда я надену капюшон, закрою лицо маской и буду раздавать милостыню!

Грамматическое отступление: разберем конъюнктив подробно

Поговорим о формах конъюнктива.

Начнем с глагола andare – «идти». Для простоты рассмотрим таблицу. В первой колонке простые времена, во второй составные.

ANDARE

congiuntivo presentecongiuntivo passato

vada – sia andato

vada – sia andato

vada – sia andato

andiamo – siamo andati

andiate – siete andati

vadano – siano andati

congiuntivo imperfettocongiuntivo trapassato

andassi – fossi andato

andassi – fossi andato

andassi – fossi andato

andassimo – fossimo andati

andaste – foste andati

andassero – fossero andati

Примеры:

congiuntivo presente

E’ meglio che Lucia vada a casa – Лучше, чтобы Лючия пошла домой.

congiuntivo passato

Mi sembra che siano andati via. – Мне кажется, они ушли.

congiuntivo imperfetto

Se andassi alla mostra saprei cosa risponderti. – Если бы я сходила на выставку, я бы знала, что тебе отвечать.

congiuntivo trapassato

Mi sembrava che fossero andati via. – Мне казалось, что они ушли.

Далее обязательно последуют разъяснения!

А сейчас рассмотрим глаголы essere – «быть» и avere – «иметь».

ESSERE

congiuntivo presentecongiuntivo passato

sia – sia stato

sia – sia stato

sia – sia stato

siano – siamo stati

siate – siete stati

siano – siano stati

congiuntivo imperfettocongiuntivo trapassato

fossi – fossi stato

fossi – fossi stato

fosse – fosse stato

fossimo – fossimo stati

foste – foste stati

fossero – fossero stati

AVERE

congiuntivo presentecongiuntivo passato

abbia – abbia avuto

abbia – abbia avuto

abbia – abbia avuto

abbiamo – abbiamo avuto

abbiate – abbiate avuto

abbiano – abbiano avuto

congiuntivo imperfettocongiuntivo trapassato

avessi – avessi avuto

avessi – avessi avuto

avesse – avesse avuto

avessimo – avessimo avuto

aveste – aveste avuto

avessero – avessero avuto

Atto quinto

Scena prima

Fra’ Timoteo solo

FRA’ TIMOTEO – Stanotte non ho potuto chiudere occhio, tanto grande era il desiderio di sapere come Callimaco e gli altri han fatto. E io provavo a uccidere il tempo in diversi modi: leggevo il mattutino, ho letto una vita dei Santi Padri, sono andato in chiesa e ho acceso una lampada che era spenta, ho rimesso a posto il velo a una Madonna che fa miracoli. Quante volte ho detto ai frati che devono tenerla pulita! E si meravigliano poi che manca la bontà. Mi ricordo che prima c’erano cinquecento statue di santi, e adesso non ce ne sono neppure venti. E’ colpa nostra perché non abbiamo saputo fare il nostro dovere. Prima ogni sera dopo compieta andavamo a processione e facevamo cantare ogni sabato le laude. C’erano sempre le donazioni perché avevamo molte statue pulite e in ordine e nelle confessioni convincevamo la gente di donarci i soldi per le statue. Ora non si fa nulla di questo e poi ci meravigliamo che le cose vanno male! Oh, quanto poco cervello hanno questi miei frati! Ma sento un gran rumore dalla casa di messer Nicia. Ma eccoli, tiran fuori il prigioniero. Sono venuto giusto in tempo. Ma sono in ritardo. È già l’alba. Voglio stare qui a sentire quel che dicono senza rivelarmi.

Scena seconda

Messer Nicia, Callimaco, Ligurio travestiti

MESSER NICIA – Piglialo di là, ed io di qua.

CALLIMACO – Non mi fate male!

LIGURIO – Non aver paura, va’ via.

MESSER NICIA – Non andiamo avanti.

LIGURIO – Lei ha ragione. Lasciamolo qui: giriamolo due volte, così non saprà da dove è venuto. Giriamolo una volta!

MESSER NICIA – Giriamolo un’altra volta. Ecco fatto.

CALLIMACO – Il mio liuto!

LIGURIO – Via, fannullone, scappa via! Se io ti sento dire ancora una parola, io ti taglierò il collo!

MESSER NICIA – È fuggito. Andiamo subito a casa mettiamoci i nostri vestiti. Dobbiamo uscire di buon ora, così nessuno potrà capire che non abbiamo dormito stanotte.

LIGURIO – Giusto.

MESSER NICIA – Va’ a trovare maestro Callimaco, e gli di’ che la cosa è andata bene.

LIGURIO – Che gli possiamo dire? Non sappiamo nulla. Appena sono arrivato a casa, sono sceso in cantina a bere un po’ di vino. E poi non ci siamo più visti fino all’alba.

MESSER NICIA – Oh! Ti devo dire delle belle cose! Mia moglie era nel letto al buio. Io sono venuto con questo ragazzaccio, e, perché tutto non andassi male[77], l’ho condotto in una camera, dove c’era un certo lume annacquato, in modo che lui non poteva vedere il mio viso.

LIGURIO – È stato molto saggio.

MESSER NICIA – L’ho fatto spogliare: lui non voleva farlo; finalmente è rimasto nudo. Era brutto di viso: aveva un nasaccio, una bocca storta… Ma scommetto che tu non hai mai visto le più belle carni: bianche, morbide, pastose! E dell’altro non domandarmi.

LIGURIO – È meglio non parlarne. Perché Lei voleva vederlo tutto?

MESSER NICIA – Scherzi! Poiche avevo messo mano in pasta, ne ho voluto toccare fino al fondo[78]. Volevo vedere se era sano: se avessi avuto le bolle, cosa dovrei fare? Parli bene tu!

LIGURIO – Lei aveva ragione.

MESSER NICIA – Quando l’ho visto e ho capito che era sano, l’ho condotto indietro, e al buio siamo entrati in camera, l’ho meso nel letto; e prima di partire, ho voluto toccare con mano come la cosa andava, perché voglio che mi sia dato a intendere lucciole per lanterne[79].

LIGURIO – Con quanta prudenza Lei ha fatto questa cosa!

MESSER NICIA – Ho toccato e ho capito che la cosa andava bene. Sono uscito dalla camera, ho chiuso la porta, e tutta notte ho pensato.

LIGURIO – A cosa?

MESSER NICIA – Alla sciocchezza di Lucrezia, e quanto sarebbe meglio se, senza tanti giri, lei avesse ceduto prima[80]. Poi pensavo del bambino, mi pareva di averlo già in braccio! Poi ho sentito suonare le sette e sono andato in camera. Ti immagini, non potevo fare che questo furfante si alzasse e se ne andasse![81]

LIGURIO – Incredibile!

MESSER NICIA – Gli era piaciuto! Pure, si è alzato, ti ho chiamato, e l’abbiamo condotto fuori.

LIGURIO – La cosa è andata bene.

MESSER NICIA – Sai, ho tanta pietà di lui!

LIGURIO – Di chi?

MESSER NICIA – Di quel povero giovane, che deve morire così presto, e a cui questa notte è costata così cara.

LIGURIO – Oh! Lei si preoccupa troppo! Sono i fatti suoi.

MESSER NICIA – Ma ho gran voglia di trovare maestro Callimaco, e rallegrarmi insieme a lui.

LIGURIO – Uscirà fra un’ora. Ma è già giorno: andrò a spogliarmi; Lei, che farà?

MESSER NICIA – Andrò anch’io in casa, mi metterò i panni buoni. Farò levare e lavare mia moglie, e la farò venire alla chiesa a entrare dai santi[82]. Vorrei trovarci te e Callimaco, potremmo parlare al frate, per ringraziarlo e ripagarlo del bene che ci ha fatto.

LIGURIO – Così si farà. Addio!

Scena terza

Fra’ Timoteo solo

FRA’ TIMOTEO – Ho sentito questo discorso, e mi è piaciuto tutto, considerando quanta sciocchezza ha questo dottore; ma l’ultima conclusione mi ha consolato molto. E perché devono venire a trovarmi, io non voglio stare più qui, ma li aspetterò in chiesa. – Ma chi esce da quella casa? Mi pare Ligurio, e con lui ci dev essere Callimaco – Non voglio incontrarli adesso.

Scena quarta

Callimaco, Ligurio

CALLIMACO – Come ti ho detto, Ligurio mio, avevo molta ansia prima di mezzanotte; nonostante che ne avessi gran piacere[83], non mi sembrava giusto. Ma, poi ho rivelato a Lucrezia l’amore che provo per lei. Le ho detto quanto facilmente, per la semplicità del marito, potevamo vivere felici senza nessun infamia, le ho promesso che appena suo marito muore la sposerò. Lei ha capito tutto, pure ha provato che differenza c’è tra me e Nicia, tra i baci di un’amante giovane e quelli di un marito vecchio. Dopo qualche sospiro, mi ha risposto: – Perché l’astuzia tua, la sciocchezza di mio marito e la tristezza del mio confessore mi hanno condotto a fare quello che non avrei mai fatto da sola, ritengo che è una celeste disposizione. Si è voluto così, e devo accettare quello che il Cielo mi offre. Per questo, ti prendo per signore, padrone, guida: tu mio padre, tu mio difensore, e tu sarai ogni mio bene; e quello che mio marito ha voluto per una sera voglio che duri per sempre. Dunque, tu farai amicizia con lui, e verrai stamani in chiesa, e dopo verrai da mangiare insieme con noi; potrai venire e andare via quando vuoi, così potremo stare insieme in ogni momento e senza sospetto. Sentite queste parole, stavo per morire dalla dolcezza. Non si può comparare alla minima parte di quello che avevo desiderato. Ora sono il più felice e il più contento uomo nel mondo; e, se questa felicità durerà, sarei più beato che i beati, più santo che i santi.

LIGURIO – Sono molto felice per te. Vedi che è successo proprio quello che avevo inventato. Ma che facciamo ora?

CALLIMACO – Andiamo in chiesa, perché ho promesso a Lucrezia di essere là.

LIGURIO – Sento la porta della casa di messer Nicia: eccoli che escono insieme al dottore.

CALLIMACO – Andiamo in chiesa e li aspetteremo lì.

Scena quinta

Messer Nicia, Lucrezia.

MESSER NICIA – Lucrezia, credo che sia bene fare le cose con timore di Dio[84], e non da matti.

LUCREZIA – Secondo Lei, cosa devo fare adesso?

MESSER NICIA – Guarda come risponde! Sembri un gallo! Oh, quanto sei alterata.

LUCREZIA – Che vuol dire?

MESSER NICIA – Dico che sarà meglio chiedere al frate di incontrarti sulla soglia della chiesa per portarti dai santi, perché stamani è proprio come se tu rinascessi[85].

LUCREZIA – E allora perché non ci va?

MESSER NICIA – Quanto sei ardita stamani! E ieri sera sembravi mezza morta.

LUCREZIA – E’ per la grazia Sua!

Scena sesta

Fra’ Timoteo, Messer Nicia, Lucrezia, Callimaco, Ligurio

FRA’ TIMOTEO – Sono uscito, perché Callimaco e Ligurio m’hanno detto che il dottore e sua moglie vengono in chiesa. Eccoli.

MESSER NICIA – Bona dies, padre!

FRA’ TIMOTEO – Voi siete benvenuti! Madonna, che Dio vi conceda di generare un bel figlio maschio![86]

LUCREZIA – Dio lo voglia![87]

FRA’ TIMOTEO – E lo vorrà in ogni modo.

MESSER NICIA – Vedo in chiesa Ligurio e maestro Callimaco?

FRA’ TIMOTEO – Messer sì.

MESSER NICIA – Fate loro un cenno.

FRA’ TIMOTEO – Venite!

CALLIMACO – Dio vi salvi![88]

MESSER NICIA – Maestro, tocchi la mano qui a mia moglie.

CALLIMACO – Volentieri.

MESSER NICIA – Lucrezia, lui è quello che sarà ragione della nascita del nostro figlio che diventi un bastone che sostiene la nostra vecchiaia[89].

LUCREZIA – Io sono molto lieta, e vorrei che fosse il nostro compagno[90].

MESSER NICIA – Che brava! E voglio che lui e Ligurio vengano oggi a pranzare con noi.[91]

LUCREZIA – Certo.

MESSER NICIA – Gli voglio dare la chiave della camera, quella sopra la loggia, per poter venire quando vogliono. Qui è molto più comodo che da loro, perché non hanno donne in casa, e stanno come bestie.

CALLIMACO – Accetto la chiave, per usarla quando ne ho bisogno.

FRA’ TIMOTEO – Posso avere i soldi per l’elemosina?

MESSER NICIA – Sì, certo, oggi Glieli manderemo. Tu, Lucrezia, quanti ducati devi dare al frate, per poter andare dai santi?

LUCREZIA – Io non me ne ricordo.

MESSER NICIA – Pure, quanti?

LUCREZIA – Dagliene dieci.

MESSER NICIA – Caspita!

FRA’ TIMOTEO – Andiamo tutti in chiesa, reciterò le preghiere e dopo andrete a casa a pranzare. – Voi, spettatori, non aspettate che noi usciremo fuori: la celebrazione è lunga, rimarrò in chiesa, e loro, per la porta di lato, se n’andranno a casa. Ciao!

Задание 5

1. Обратите внимание на глаголы:

mantenere q.c./q.n. – поддерживать что-л./кого-л.

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